"Si considerava un personaggio al limite del ridicolo, per il quale nessuno mai avrebbe potuto nutrire un interesse particolare". Dopo aver letto l'ultima riga di "Stoner" mi sono soffermata a riflettere su cosa renda così speciale, amato, addirittura mitizzato (e con ragione) questo romanzo che racconta di un uomo grigio, passivo, sottovalutato e bistrattato dal mondo, un uomo comune a cui non succede gran chè per tutto il corso della narrazione; cosa ha reso la lettura così entusiasmante sia per me che per l'amica che tanto lo ha amato e che me lo ha consigliato? L'unica risposta sensata che sono riuscita a darmi è stata che Stoner siamo noi, persone definite normali, che passiamo un'intera vita nell'anonimato del nostro quotidiano, spettatori dei grandi fatti della Storia senza mai prendervi attivamente parte. Persone normali ma con grandi potenzialità proprio come Stoner. Perché se la Storia è fatta di grandi e carismatici per...