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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

L'amore al tempo dei bamboccioni, ovvero "L'amore bugiardo" di Gillian Flynn

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Certamente "L'amore bugiardo"di Gillian Flynn è un buon libro, scritto bene, con una trama che lascia col fiato sospeso e che spinge a macinare pagine su pagine senza che quasi accorgersene. Però…però… tra me e lui non è scattata la scintilla, non ho abbiamo per niente legato. L'ho trovato pieno di quel " sapore di best seller " che stringe l'occhio al lettore e che su di me ha pochissimo appeal. Non che essere un best seller sia qualcosa di brutto, intendo che mi è sembrato un libro ideato apposta per piacere al lettore che vuole rilassarsi, staccare il cervello e leggere una bella storia senza implicazioni. E in questo caso il problema non è il libro ma sono io, che dalle mie letture chiedo sempre che sappiano provocarmi un'emozione. Insomma...non è che mi abbia lasciato molto. La storia è nota: tutto ruota attorno ad una coppia, Nick ed Amy, giovani di belle speranze in quel di New York, fino a quando la crisi economica si abbatte feroce

A spasso nello spazio e nel tempo insieme a Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut

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Leggere questo romanzo per me è stato come essere finita dentro un frullatore. "Mattatoio n.5" è forte, totalizzante, uno di quei libri che ti lasciano in apnea e dai quali hai bisogno di riemenrgere per riprendere fiato. Un'altra lettura non esattamente estiva dopo "1984" di Orwell, ma un'esperienza che un lettore dovrebbe fare almeno una volta nella vita. "Billy è spastico nel tempo, non controlla i movimenti, non sa dove andrà dopo, e le sue gite non sono necessariamente divertenti. È costantemente in uno stato di terrore da palcoscenico, dice, perché non sa mai quale parte della sua vita dovrà recitare la prossima volta."  Il romanzo di Vonnegut è un'opera che rimane impressa perché costringe il lettore a continui salti spazio-temporali per seguire il suo protagonista. Nonostante la vicenda principale sia dolorosa, il tono è spesso ironico e onirico e il protagonista sembra balzare di là e di qua come un folletto, incapace di

L'illuminante modernità di un classico: "1984" di George Orwell

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"1984" di George Orwell è uno di quei libri così belli, ma anche così tanto complessi e dolorosi che è difficilissimo, quasi impossibile parlarne. E' un libro che entra sotto la pelle, che scava nel cuore e che fa male fino alle lacrime, ma nonostante questo è illuminante.  Illumina certi aspetti del nostro presente nonostante sia stato pubblicato nel 1949. È un libro che mi ha davvero colpito e che continua a rilasciare i suoi effetti a distanza di tempo; spesso mi soffermo a ripensare alle sue implicazioni e mi ritrovo ancora avvolta dalle sue atmosfere oppressive e claustrofobiche come se lo avessi chiuso oggi stesso. "1984" può essere definito a buon diritto il "padre" di tutto i romanzi distopici. Credo che tutti i distopici, o presunti tali, che da qualche anno affollano le libreria, paghino un grosso debito a questo romanzo, che pone le fondamenta stesse del genere. La trama è notissima ma cercherò di darvene comunque quale accenn