L'amore al tempo dei bamboccioni, ovvero "L'amore bugiardo" di Gillian Flynn

Certamente "L'amore bugiardo"di Gillian Flynn è un buon libro, scritto bene, con una trama che lascia col fiato sospeso e che spinge a macinare pagine su pagine senza che quasi accorgersene. Però…però… tra me e lui non è scattata la scintilla, non ho abbiamo per niente legato. L'ho trovato pieno di quel "sapore di best seller" che stringe l'occhio al lettore e che su di me ha pochissimo appeal. Non che essere un best seller sia qualcosa di brutto, intendo che mi è sembrato un libro ideato apposta per piacere al lettore che vuole rilassarsi, staccare il cervello e leggere una bella storia senza implicazioni. E in questo caso il problema non è il libro ma sono io, che dalle mie letture chiedo sempre che sappiano provocarmi un'emozione.
Insomma...non è che mi abbia lasciato molto.



La storia è nota: tutto ruota attorno ad una coppia, Nick ed Amy, giovani di belle speranze in quel di New York, fino a quando la crisi economica si abbatte ferocemente su di loro e dopo che entrambi hanno perso il lavoro, li spinge a trasferirsi nel sonnacchioso paesino di provincia da cui proviene Nick. Qui, il giorno del loro quinto anniversario di matrimonio, Amy scompare, forse rapita. La casa è sottosopra, sul pavimento ci sono tracce di sangue e di lei non si sa più niente.
Tutti gli indizi portano a Nick, pesantemente sospettato dalla polizia e messo sotto accusa dai media ancora prima che sia formalmente indagato.

Il mio vero problema con questo libro, fin dalle primissime pagine, sono stati proprio loro: Nick ed Amy. Questi due sposini mi sono stati antipatici fin da subito e le cose non sono migliorate col procedere della lettura. Non sono riuscita a provare neanche un minimo di simpatia verso questi due "bamboccioni"...perché diciamocelo, tutti e due, seppur provenienti da ambienti diversi, sono ragazzi cresciuti nella bambagia che non sanno diventare adulti, e quando la crisi si abbatte sulla loro vita da telefilm ne escono devastati, così come ad essere devastato è anche il loro amore da cartolina che messo alla prova non dura più di qualche giorno, e così via con i litigi, le discussioni, le ripicche e le pugnalate alle spalle.
In questo il romanzo mi ha ricordato tanto "La guerra dei Roses", quel film di fine anni '80, primi anni '90 dove Michael Douglas e Cathleen Turner sono due coniugi in procinto di divorziare, che ingaggiano una vera e propria guerra facendosene di tutti i colori e comportandosi in modo sempre più abbietto verso la persona che un tempo hanno amato.
Ecco, Nick e Amy sono una Guerra dei Roses 2.0. 
E in questo consiste il nucleo della vicenda, quel qualcosa che dà il senso alla lettura. Perché nonostante l'antipatia dei protagonisti, Gillian Flynn riesce a dare una visione lucida e disincantata del rapporto di coppia degli anni Duemila, al tempo della crisi economica e dei social media. In fondo un briciolo di Nick ed Amy risiede in ognuno di noi e nel nostro modo di vivere. A tutti noi piace avere un lavoro di successo, divertirci, piacere agli altri, vivere un amore da favola e sognare. Quando però i sogni entrano in collisione con la realtà, con le difficoltà economiche, non siamo per niente pronti e se non riusciamo a venire a patti con questo, i rapporti e il modo stesso in cui ci vediamo entra inesorabilmente in crisi.

Nick è un irresponsabile che usa i soldi della moglie per realizzare il sogno di aprire un bar con la gemella, più per poter bere gratis che per lavorare davvero. È uno che cerca sempre il consenso altrui, che vuole che gli altri lo vedano bello, brillante, socievole e col suo sorriso a trentasei denti davanti alle telecamere puntate risulta antipatico e il responsabile più probabile della scomparsa della moglie. Perché il copione in questi casi di scomparsa prevede che il marito debba essere affranto, che pianga davanti ai media, non è ammesso sorridere sfacciatamente. È uno che davvero non si rende conto che un'azione o una bugia portano a devastanti conseguenze se non gli si mette un freno subito. E poi è un marito distratto, che trascura la moglie, che la dà per scontata, che si dimentica le ricorrenze e spesso preferisce farsi i fatti suoi e divertirsi invece di passare un po' di tempo con la donna che ha sposato.

Di Amy mi limiterò a dire che è una figlia di papà, viziata dai genitori scrittori che hanno realizzato un'intera serie di libri per bambini ispirandosi alla figlia e ciò l'ha portata a doversi confrontare continuamente con il suo perfetto alter ego di carta. È una ragazza che pretende di ottenere sempre ciò che vuole e non ammette rifiuti. Amy è molto di più della ragazza carina e zuccherosa delle prime pagine, è una donna viziata e insoddisfatta.

Per finire una parola sui media che sono quasi un personaggio del romanzo. L'intera vicenda è vista attraverso l'occhio indagatore dei giornalisti e delle trasmissioni televisive in una situazione simile a tanti fatti di cronaca, anche italiani, che ogni giorno vengono passati al microscopio e giudicati da trasmissioni pomeridiane che puntano solo a fare ascolti e al sensazionalismo. In questi programmi Nick è chiaramente il colpevole fin dall'inizio, senza che sia incriminato davvero ma per il solo fatto di tenere un atteggiamento non consono alla situazione. Viene messa in piedi una gogna mediatica contro di lui che dice moltissimo sulla TV di oggi, sui giornalisti pescecani che puntano solo al successo personale.

Insomma, nonostante mi aspettassi di più da questo libro e ne sia rimasta in buona parte delusa, credo che sia comunque una bella riflessione sui media e sulla coppia degli anni zero. 


Commenti

Libraia in Soffitta ha detto…
Ciao, nuova iscritta! In realtà ti seguo anche su youtube e non sapevo avessi anche un blog. Comunque condivido in molti punti la tua opinione su questo romanzo che mi è piaciuto molto nonostante i protagonisti davvero pessimi e avendo letto anche Sulla pelle della Flynn, credo che tratteggiare protagonisti odiosi sia proprio una delle sue caratteristiche!
Muriomu ha detto…
A me questo libro è piaciuto, anche se avrei voluto un finale un pochino diverso.
Come dici tu i personaggi sono detestabili.
Ho disprezzato Nick dalla prima all'ultima pagina, mentre all'inizio ho adorato Amy per poi scoprirla la psicopatica che si è rivelata alla fine XD
Nonostante questo non ho smesso di "tifare" in un certo senso per lei. Più che per stima nei suoi confronti (quello che fa è effettivamente ingiustificabile) per l'odio che provavo per suo marito.
Se fosse finito con noi che scopriamo che lei è fuggita e che lo ha incastrato, per me sarebbe stato perfetto.
Unknown ha detto…
@Beth, grazie mille per l'iscrizione!
Se il tratto distintivo della Flynn è quello di descrivere personaggi antipatici non so davvero se leggerò altro di suo. Ho provato troppa antipatia per Nick ed Amy!

@Muriomu, sì, trovo anche io che se il finale fosse stato così sarebbe stato forse più prevedibile ma molto molto meglio!!

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