Anna Luisa Pignatelli - Ruggine
Ruggine (uscito nelle librerie lo scorso 29 gennaio, Fazi Editore) è un romanzo tagliente, asciutto, che, senza fronzoli o abbellimenti, parla di solitudine, vecchiaia, di un paese di provincia gretto e bigotto; parla di torti, morte, e lascia un senso di colpa nello stesso lettore perché l'autrice lo fa sentire come quei paesani descritti nel libro, che spiano malevolmente dalle loro finestre senza mai compiere un gesto di affetto nei confronti della protagonista.
Anna Luisa Pignatelli è una scrittrice toscana che ha vissuto nel mondo: Tanzania, Corea e ora Guatemala. È molto conosciuta in Francia, dove il suo lavoro precedente, Nero Toscano, ha avuto diversi riconoscimenti.
L'autrice ambienta il suo nuovo romanzo in una paesino toscano isolato, arroccato sui monti, freddo e crudele come le persone che vi vivono.
La protagonista è Gina, una vecchina ingobbita dall'età e dalla vita, che vive sola insieme al suo gatto grigio e rosso di nome Ferro. È per questo che in modo maligno i paesani hanno soprannominato la donna "Ruggine".
La vita non è mai stata generosa con Gina: è rimasta vedova molto giovane e il suo unico figlio si è macchiato di una colpa atroce che è ricaduta su di lei, nonostante sia stato allontanato dalla comunità.
Gina è sola, tutti la guardano male, la additano come una fattucchiera, una che porta sfortuna e la spiano da dietro i vetri delle loro case, senza porgerle mai il più piccolo gesto d'aiuto. Gina vive nella più completa solitudine, ma è una donna caparbia e tira avanti anche grazie a piccoli vezzi, che i paesani giudicano stranezze, come uno smalto viola sulle unghie o una passata di rossetto rosso sulle labbra.
Pagina dopo pagina sentirete penetrare fin nelle ossa questa solitudine, sentirete le ossa che scricchiolano, sentirete di non potervi alzare dal letto per i troppi dolori, sarete trafitti ogni volta che una malalingua parlerà dietro le spalle della donna.
E poi, pagina dopo pagina succederà qualcosa che vi porterà a pensare che forse forse non è la gente di paese ad essere cattiva, ma è Gina a non avere tutte le rotelle a posto, sarete portati a chiedervi se non stia davvero lei perdendo la ragione a causa della solitudine e dell'età avanzata.
Il romanzo di Anna Luisa Pignatelli è un esempio di grande narrativa. Perché riesce a riassumere in poco più di 150 pp. un mondo provinciale fatto di sopprusi e sopraffazione, vi farà riflettere su cosa significa essere madri, invecchiare, vi farà provare tenerezza verso una protagonista che avrebbe bisogno di un abbraccio e vi sentirete in colpa nei suoi confronti come se foste complici di quei paesani gretti e bigotti.
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