F. S. Fitzgerald - Il Grande Gatsby

Da troppo tempo trascuro il mio piccolo blog. 
Per tutta l'estate non ho pubblicato nulla, ma sappiate che non ho mai smesso di leggere e scrivere le mie impressioni! Semplicemente, facendo per molto settimane avanti e indietro dal mare non ho mai trovato la giusta concentrazione per scrivere qui qualcosa di sensato.
Così le recensioni si sono accumulate e ora mi trovo con una mole incredibile di libri da recensire...perchè per me un libro non è concluso fino a che non ho scritto due parole, anche banali, su di esso. Cercherò piano piano di recuperare, promesso!

Per iniziare eccovi le mie impressioni su "Il Grande Gatsby", che ho letto ad inizio maggio, col desiderio di andare a vedere il film con Di Caprio, anche se poi non ci sono riuscita.




Trama

Il giovane Nick Carraway, appena arrivato nella opulenta New York degli anni '20, diventa testimone della tragica storia d'amore tra il misterioso magnate Jay Gatsby, suo illustre vicino di casa, e sua cugina Daisy Buchanan, un tempo fidanzata di Gatsby e ora sposata a Tom, uomo avaro di sentimento e che la tradisce. Il rifiorire della passione tra Jay e Daisy portarà tutti i personaggi a prendere decisioni difficili, crudeli e tragiche.

Impressioni
Un libro piccolo piccolo, almeno per numero di pagine, che è un vero capolavoro per stile, personaggi, atmosfere.
Ogni descrizione, parola, gesto, è funzionale alla storia, non c'è un momento di divagazione, tutto è ridotto all'osso al fine di raccontare la vicenda crudele dell'amore perduto tra Jay Gasby e Daisy Buchanan.
I personaggi sono ognuno dei mondi a se stanti,  universi assetati di amore, immersi nella solitudine più profonda, benché attorniati da una ricchezza e un'opulenza spropositata. Il loro vuoto interiore, la loro ricerca sempre vana della felicità allude ad una stagione in cui tutto sembrava possibile, l'epoca seguita alla fine della Grande Guerra, in cui ogni uomo sembrava avesse la possibilità illusoria di fare carriera e diventare qualcuno. Sogni che si infrangeranno presto con il crollo della borsa del 1929 e la Grande Depressione.

Ritroviamo per tutto il romanzo alcuni sentimenti che lo attraversano come un filo rosso che lega tra loro ambienti e persone.
Il primo di questi sentimenti e' la crudeltà, di un passato che non può essere rivissuto, di relazioni finte che però per il bene delle apparenze devono apparire felici e perfette; la crudeltà di nascondere al mondo una relazione extraconiugale che di cui tutti sono comunque a conoscenza. La crudeltà delle parole e dei dialoghi che spesso tagliano come coltelli affilati.

In secondo luogo c'è l'ipocrisia che permea l'intera esistenza di Jay Gatsby.
Egli persegue il nobile fine di ricongiungersi con  l'amore della sua vita, Daisy, ma da questa sua ricerca ne risulta un uomo che si cela dietro il sentimento per nascondere la sua corruzione e ipocrisia. Egli dissimula la sua vera origine, i suoi traffici dubbi, le sue ossessioni. Li maschera dietro le feste opulente e ridondanti all'interno della sua villa faraonica, le celebrità vere o presunte che le animano, dietro i pettegolezzi che circolano sul suo conto,  le paillettes e i lustrini di un lusso sfrenato che è però vuoto di veri contenuti e ricco solo di solitudine e alienazione.

"Ci voltammo tutti a guardare se c'era Gatsby. L'atmosfera romantica da lui creata era testimoniata dal fatto che su di lui bisbigliavano anche persone che in questo mondo trovavano ben poco su cui bisbigliare."

"Avevo parlato con lui una mezza dozzina di volte, nell'ultimo mese, e mi ero accorto con grande delusione che aveva poco da dire. Così la mia prima impressione, che questo personaggio avesse in sè qualcosa di impreciso ma notevole, si era pian piano dileguata, e Gatsby era diventato semplicemente il proprietario di una casa molto maestosa vicino alla mia."

Il terzo elemento che caratterizza questa effimera eta dell'oro e' la volgarità che aleggia su tutto ed è rappresentata da personaggi come Tom Buchanan e la sua amante Myrtle. Persone che aspirano a svettare sugli altri, ad essere superiori a coloro che li circondano, che si sentono intellettuali, soprattutto Tom che sfoggia i libri che ha letto senza veramente averne capito il significato recondito, crede di sapere come va il mondo e di essere il centro di quel mondo ricco ed opulento, ma è soltanto una persona sgradevole e gretta.

Daisy è un fiore reciso, una margherita colta troppo presto, evanescente e crudele come il mondo nel quale abita. Vive il sogno di ritrovare l'amore perduto con Gatsby ma non sa lasciare il marito; non sa e soprattutto non vuole dire la verità sui suoi sentimenti, ovvero che non ha il coraggio di lasciare il marito per non perdere il prestigio e gli agi che lui gli offre e forse la tranquillità silenziosa della vita di moglie perennemente tradita ma coccolata e fintamente adorata.

"…ero imbarazzato e un po' disgustato quando me ne andai. Mi pareva che a Daisy non rimaneva altro da fare che di fuggire con la bimba fra le braccia; ma evidentemente non aveva intenzioni del genere. Quanto a Tom, il fatto che avesse "una donna a New York" era in fondo meno sorprendente del fatto che si fosse lasciato impressionare da un libro."

Un altro elemento che avvolge l'intera narrazione come in una morsa e'  il caldo opprimente come la storia che il libro racconta. Un'estate torrida che è il preludio della tragedia, di un momento molto duro e cupo come l'autunno imminente.

Intenso, crudele, "Il Grande Gatsby" mi ha colpito profondamente come un pugno alla stomaco con i suoi personaggi a tutto tondo, così indimenticabili, struggenti e così allo stesso tempo ipocriti e canaglia. 

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