Victor Hugo - Notre-Dame de Paris … ovvero come aprire alla grande il mio 2014 di letture!

"(…)l'amore è come un albero, cresce per conto suo, getta radici profonde in tutto il nostro essere, e spesso continua a verdeggiare sopra un cuore in rovina. 
E la cosa inesplicabile è che più la passione è cieca più è tenace. Non è mai più salda di quando non ha ragion d'essere."

Notre dame de Paris, primo libro del 2014 e scoperta di un grande autore e di una grande opera... Non potevo iniziare meglio il mio anno di letture!
Sarà superfluo scrivere la trama di un classico del genere, ma io due righe per riassumere le vicende le ho buttate giù ugualmente, più per me stessa, per non dimenticare col passare del tempo un'opera che mi ha così appassionato! 
Sarò inadeguata a scrivere un tale commento, ma queste sono le mie impressioni di appassionata lettrice!
 
Parigi. All'ombra della cattedrale gotica di Notre-Dame, immersi in un meraviglioso affresco della città nel periodo tardo medievale (siamo nel 1482), si sviluppano le vicende romantiche e impetuose dell'affascinante gitana Esmeralda, del capitano Phoebus, che ella ama, del gobbo Quasimodo, campanaro deforme della cattedrale, e del malvagio (ma l'aggettivo è riduttivo) arcivescovo Dom Claude Frollo. 
Tra magnificenti descrizioni della città e della cattedrale, che con le sue guglie, statue, gargoyle, ne costituisce il cuore e il simbolo pulsante, amori folli, ingiustizie, frettolosi processi per stregoneria, si dipanano le sorti dei nostri protagonisti, vite immerse nel turbine della vita medievale che non lascia scampo a nessuno, né al religioso, né  all'innocenza giovanile. 


Ho appena chiuso l'ultima pagina di questo libro e ho mille impressioni in testa, mille sensazioni diverse ma tutte positive! Non so perché, ma questo era uno di quelle opere che temevo. Comprato per curiosità, seguendo il proposito di leggere quei classici che ancora non conosco, la sua mole mi ha per tanto tempo spaventato rimanendo sullo scaffale dei libri in attesa.
La seconda cosa che mi sento di dire è che, nonostante tutte le trasposizioni cinematografiche che ne sono state tratte (ricordo benissimo le immagini del famoso film Disney) e il musical di successo con le musiche di Riccardo Cocciante, non mi ero mai avvicinata alla storia e ho iniziato il libro senza saperne niente, senza addirittura aspettarmi niente di più di un difficile polpettone ottocentesco. Anzi, ammetto la mia assoluta ignoranza in ambito letterario francese, quasi non sapevo chi fosse Victor Hugo, da me conosciuto solo come autore dei "Miserabili" (capolavoro che mi sono ripromessa di leggere al più presto!) 
Inizialmente ho faticato ad entrare nel mondo del romanzo, ho trovato un iniziale e grande scoglio nel primo capitolo, prolisso e noioso, interamente descrittivo e che non si sa dove voglia andare a parare. questo inizio funge un po' da "selettore naturale": se il lettore è determinato ad andare avanti, si farà strada lentamente tra tutti quei nomi di personaggi che poi non compariranno più per il resto del romanzo e arriverà al vero cuore dell'opera di Hugo. 
Il secondo libro è una cavalcata attraverso pagine di inusuale bellezza che restano impresse nella mente del lettore. Il primo apparire dell'Esmeralda, un po' fattucchiera, un po' bambina, che danza e compie magie con la sua capretta dalle zampette dorate, Djali. Il tentativo di rapirla, l'intervento tempestivo di Phoebus del quale ella si innamora e infine la Corte dei Miracoli, un luogo nel contempo affascinante e infimo nel suo degrado, un covo di accattoni, ladri, briganti e tutto il corollario di persone deviate che popolavano le città medievali. 
Un'opera intensa, magnifica, che non può non lasciare un segno nel lettore che ama i classici! 
E dopo che la lettura ha preso il volo, ho letto velocemente e in pochi giorni un romanzo che inizialmente pensavo mi avrebbe portato via tantissimo tempo! Non solo,  mi ha spinto a documentarmi su Hugo, sulla sua vita, le altre sue opere...davvero una fantastica scoperta! Dovrei vergognarmi a non essermi avvicinata prima a questo autore, pilastro della letteratura europea! 

Ovviamente scrive qualcosa su questo romanzo dopo tanti film e musical, quando la storia è per lo più conosciuta, può risultare banale o scontato; io però mi ci sono fatta talmente trascinare che mi sento quasi in dovere di scrivere qualcosa a riguardo,  per fissare sulla carta i sentimenti che la lettura mi ha mosso, e poter rileggere questo post quando le sensazioni a caldo se ne saranno andate e rivivere per un momento la magia di quelle pagine.

Questo romanzo, pubblicato nel 1831 quando l'autore aveva ventinove anni, è un esempio perfetto di letteratura romantica, corrente letteraria dominante in quel preciso momento storico. Le situazioni tragiche, i gesti disperati, tutto ne fanno uno degli emblemi di quel periodo in cui le passioni viscerali e tormentate erano il centro di un movimento letterario che non ha eguali nella storia della cultura europea.
In questo Notre-Dame è anche profondamente moderno, perché anche se la sua ambientazione è medievale, le vicende narrate creano una tale compartecipazione nel lettore da risultare attuali e vicine ai nostri slanci.

Dal mio punto di vista questo è il romanzo della Passione.
Tutto ruota attorno ad un amore folle verso qualcosa a qualcuno.
In questo quadro la stessa cattedrale diventa uno dei protagonisti del romanzo, perché come se avesse vita propria, racchiude nelle sue viscere i personaggi, li cela al mondo, tutte le vicende ruotano attorno ad essa; la stessa città di Parigi non sarebbe la stessa senza la cattedrale che ne è il fulcro, il centro palpitante di vita dove accadono tutte le cose più importanti.
Passionali sono tutti i personaggi principali della vicenda. Il gobbo Quasimodo, nonostante la sua deformità e sordità, è capace di un sentimento timido e protettivo nel confronti della gitana Esmeralda, le pagine che descrivono il momento in cui il ragazzo salva la giovane e la porta nelle viscere della cattedrale, dandole un rifugio e diventando per lei l'unico essere umano con cui viene in contatto, sono di una lievità e tenerezza da far male al cuore. 
Esmeralda , centro del romanzo e donna che smuove gli animi di tutti coloro che ne entrano in contatto, è un personaggio ambivalente: dal un lato estremamente affascinante; come ho già detto, sono rimasta incantata dalle pagine nelle quali appare per la prima volta, mentre balla con la sua capretta in modo seducente e libero, acclamata dal pubblico che la guarda ed è innamorato di lei come se ella compisse un sortilegio su chi la guarda. Allo stesso tempo la giovane è infantile,  per certi versi irritante con il suo amore folle e perfino sciocco verso il capitano Phoebus che si prende soltanto gioco di lei e la porta alla rovina. La giovane e scaltra gitana perde tutta la sua magia intestardendosi verso un amore che non ha ragione di essere, un amore a senso unico che la rende cieca di fronte al fatto che l'irritante Phoebus si vuole solo prendere gioco di lei ed è per lui soltanto una delle tante donne da sedurre e dimenticare. Questo suo amore senza futuro diventa odioso quando ella rifiuta così crudelmente le gentilezze di Quasimodo, che seppur brutto esternamente, prova nei suoi confronti un sentimento vero, che sgorga dal cuore, innocente e disinteressato. 
Ma a mio avviso il personaggio più complesso e simbolico dell'intera vicenda è l'arcivescovo di Notre-Dame, Dom Claude Frollo. Un uomo di lettere, un ecclesiastico votato alla vita ascetica che si fa trasportare dalla passione per la gitana, un uomo che perde la testa e che ha deciso, dopo aver represso i suoi sentimenti per tutta la vita, di assecondare quello che si agita nel suo cuore, contravvenendo a tutti i principi per i quali è sempre vissuto. Il personaggio di Frollo, seppur negativo, è quello che più mi ha appassionato, mi ha fatto pensare. Egli è di una modernità assoluta (si pensi alle attuali vicende dei preti pedofili), è l'uomo di chiesa che sceglie le passioni terrene, che devia dalla sua missione divina per assecondare le passioni amorose che gli sarebbero del tutto proibite. Credo di non aver mai incontrato un personaggio più ambiguo, forte, malvagio, eppure così carismatico e affascinante nel suo desiderio di fare il male. 

"(…)non sapeva con quale furia il mare delle passioni umane fermenta e ribolle quando gli si nega ogni via d'uscita, come si accumula, come si gonfia, come trabocca, come scava il cuore, come trabocca, come scava il cuore, come scoppia in singhiozzi interiori e in sorde convulsioni, finché non ha sfondato le dighe e non si è scavato un letto." 

In secondo luogo, e questo tutti lo sanno, e sarà anche ovvio scriverlo, Notre-Dame è il romanzo del Diverso.
I personaggi che lo animano, il povero popolino che si batte per sopravvivere nella cruda vita della città medievale, sono per lo più, personaggi emarginati.
Il simbolo di questa diversità è proprio il gobbo Quasimodo, deforme, gobbo, perfino sordo a causa del suo lavoro di campanaro della cattedrale, un folletto, quasi un gargoyle vivente, un fantasma che abita il ventre della cattedrale gotica e ne è l'anima stessa, come scrive lo stesso Hugo. Egli è costretto a vivere celato al resto del mondo che lo deride, lo umilia e lo ritiene buono solamente ad essere il re dei folli in un assurda gara di bruttezza che apre il romanzo.

"La presenza di quell'essere straordinario faceva circolare per tutta la cattedrale uno strano afflato di vita. Sembrava che da lui sprigionasse, almeno a detta delle superstizioni crescenti nella folla, un'emanazione misteriosa che animava tutte le pietre di Notre-Dame e faceva palpitare le viscere profonde della vecchia chiesa. Bastava che si sapesse che c'era il campanaro per credere di veder muoversi e animarsi le mille statue delle gallerie e dei portali. E di fatto, la cattedrale sembrava una creatura docile e obbediente sotto la sua mano; aspettava il suo volere per far sentire la sua voce possente; era posseduta e abitata da Quasimodo come da un genio familiare. Si sarebbe detto che faceva respirare l'immenso edificio."

Anche il protettore di Quasimodo, l'ambiguo Dom Claude, è un emarginato dal mondo malgrado il suo prestigio. In questo caso la sua deformità non è visibile ad occhio nudo, è una deformità dell'anima che lo spinge a scegliere il lato oscuro del suo essere e lo tiene lontano dal mondo, rinchiuso anch'egli nella cattedrale, in quel suo studio che è più un atro dove egli compie i suoi esperimenti magici e alchemici, al limite dell'eresia, un antro che non si confà ad un luogo religioso.
Per finire Esmeralda è amata e allo stesso tempo temuta dal popolo parigino, che prima la acclama e poi è subito pronto a scagliarsi contro di lei definendola strega e fattucchiera, persona del diavolo.

Notre-Dame è tante cose: un affresco fedele e accurato della Parigi tardo medievale, il romanzo della passione e del diverso, ma è soprattutto un libro capace di trasportare il lettore in un universo magico e tragico.
Meraviglioso!



Commenti

Maria ha detto…
Ciao,
sono capitata nel tuo sito un po' per caso...
Adoro Notre-dame de Paris, l'ho letto già due volte, la prima quando avevo 16 anni e poi la seconda qualche anno fa. Non nascondo che sono sicura che lo leggerò ancora, perchè ogni volta che leggiamo un libro lo facciamo in modo diverso, perchè noi siamo diversi, abbiamo vissuto e maturato esperienze nuove che ci fanno comprendere cose nuove, soprattutto quando ci sono di mezzo i sentimenti...
Ed io in questo momento mi sento come non mai Esmeralda alle prese con Phoebus, credo proprio di esserci cascata come si dice con tutte le scarpe... E quel che è peggio è che finisce nello stesso modo... Chissà forse sarebbe il momento giusto per rileggerlo, mi hai fatto venire voglia di farlo, anche se poi so che piangerei a più non posso.
Se me lo permetti, vorrei fare una personale precisazione sul punto di vista che citavi: più che il romanzo delle passioni, per me è il romanzo dell'amore declinato nelle sue diverse forme. L'amore protettivo e disinteressato (Quasimodo), l'amore ingannevole e incapace di sfidare le convenzioni, di chi non sa guardarsi dentro anche per paura a volte (Phoebus), l'amore esclusivamente carnale, folle, che tutto vuole possedere solo per il gusto di farlo (Frollo), l'AMORE, quello dell'anima, disposto a tutto per il bene dell'altro anche quando ci accorgiamo che non siamo ricambiati, ma nulla possiamo contro noi stessi (Esmeralda).
E, non credo sia un caso, ma tre delle forme di amore sono state declinate al maschile, solo una - quella dell'amore vero - al femminile... (e se fossi un uomo non ne andrei tanto orgoglioso!!!)
Spero di non averti tediato troppo, ma lasciami aggiungere una piccola curiosità su questo meraviglioso romanzo: Hugo lo scrisse per risvegliare la coscienza pubblica e impedire che la cattedrale parigina venisse demolita. Infatti, a seguito dei gravi danneggiamenti avvenuti durante la Rivoluzione Francese, avevano deciso di demolire la cattedrale e costruire una nuova chiesa. La storia raccontata da Hugo (di invenzione, ma grazie all'espediente letterario del ritrovamento della scritta ANANKE molti pensarono che fosse una storia vera!) attirò l'attenzione di molti letterati dell'epoca (se non ricordo male personaggi del calibro di Balzac, Guy de Mountpassant)e presto furono avviati i lavori di restauro ad opera di Viollet le Duc.
Senza Hugo oggi non avremmo più Notre-dame...
Parole di Panna ha detto…
Maria,
grazie per esserti presa il tempo di leggere le mie impressioni al capolavoro di Hugo e avermi voluto dire la tua. Ho veramente apprezzato il tuo punto di vista e l'aneddoto che hai portato alla mia attenzione. Ho studiato letteratura (inglese e tedesca) per tanti anni, ma sono totalmente digiuna (e ignorante) per quanto riguarda quella francese. Mi sono avvicinata ad Hugo con timore e reverenza e ho finito per innamorarmi di questa opera che ci da tanti spunti di riflessioni e alla quale continuo a pensare malgrado l'abbia chiusa da mesi ormai.
Purtroppo a molti di noi nella vita capita di incontrare uno o più Phoebus, persone che non sanno apprezzare il nostro valore, che ci tormentano e ci fanno sentire piccole e sole. anche a me è capitato, quindi capisco bene di cosa parli. Ti auguro di trovare qualcuno che sappia apprezzarti per le tue qualità.
Grazie di essere passata nella mia pagina, spero tornerai qualche volta a leggere le impressioni sui libri che mi capita di leggere!
Maria ha detto…
Ciao, come vedi sono tornata e mi fa piacere non averti tediato con il mio precedente commento, ma come ti ho detto amo tantissimo questo romanzo. Non ho ancora ripreso in mano il libro, perchè ora sarebbe troppo doloroso. Ho finito la settimana scorsa la trilogia "Cinquanta sfumature" (incuriosita dal caso letterario che aveva sollevato... Sai in precedenza era successo la stessa cosa con "il codice Da Vinci" e devo dire che ho amato subito Dan Brown, questa volta sono un po' meno entusiasta!)e probabilmente adesso sceglierò qualche thriller, ma non ho molto tempo per leggere. Se ti fidi e ti piacciono i classici, approfondisci la letteratura francese, io l'ho studiata a scuola, è vero, ma per anni ho sempre e solo letto classici (non mi fidavo di avvicinarmi ad autori contemporanei, adesso invece è diverso) italiani, francesi e inglesi. A mio parere i francesi sono i migliori (persino rispetto agli italiani... anche se mi spiace dirlo!). Se non li hai ancora letti io ti consiglio in primis "Il conte di Montecristo" di Dumas, poi "Cyrano de Bergerac" di Rostand (opera teatrale) e "Madame Bovary" di Flaubert. Poi anche Moliere non è male! Buona lettura e grazie per il tuo sostegno... A presto

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