Consigli di lettura sotto l'ombrellone #1 Giugno 2014


Questa è una nuova rubrica che ho deciso di inaugurare a partire da questo mese. Continuerò a fare recensioni più accurate sui romanzi che più mi colpiscono o ispirano, per tutti gli altri e per questi mesi estivi in cui il tempo tra passeggiate, valigie e vacanze, è sempre ridotto all'osso, creerò un post cumulativo parlando delle letture del mese, giugno in questo caso. 

I libri che ho letto lo scorso mese  e di cui vorrei parlarvi sono stati:
Tim Winton - Respiro
Philipp Meyer - Ruggine Americana
Jojo Moyes - La ragazza che hai lasciato


Tim Winton - Respiro

Romanzo DA LEGGERE!!! 
Con Tim Winton ho scoperto un grande romanziere del nostro tempo. Un maestro della pagina che in poche potenti pennellate sa rendere un mondo intero. Egli è uno dei più noti autori australiani, autore di romanzi per adulti così come per bambini. Ha vissuto in Francia, Irlanda, Grecia e molti dei suoi lavori sono stati opzionati per il grande schermo. Respiro, del 2008 , è la sua opera più recente.
Questo romanzo porta tra le sue pagine il sapore della salsedine e del mare, delle onde fragorose perfette per surfare, dello sconfinato e pericoloso oceano australiano. 
La storia ha tratti crudeli, segna il protagonista e lo conduce ad una esistenza diversa da quella che sperava, ma è di una potenza simile a quella dell'oceano. Racconta la vicenda di due giovani adolescenti, Pikelet (voce narrante e protagonista) e Loonie, che vengono introdotti al mondo del surf da Sando, uno spavaldo campione ormai ritiratosi dalle scene. Essi vengono sedotti dalla personalità e dalla forza di carattere dell'uomo in una sfida sempre più pericolosa verso i proprio limiti, fino a mettere a repentaglio la loro stessa vita. 
Insieme ai ragazzi anche io, che nella vita reale nuoto come un ferro da stiro, ho assaporato l'adrenalina racchiusa in questo sport, ho cavalcato un'onda, ho nuotato insieme a loro. 

I due ragazzi sono uno l'opposto dell'altro. Due amici destinati a diventare rivali nella gara che innescano per avere l'attenzione del campione Sando, che alla resa dei conti è l'unico che vince ed esce indenne dalla vicenda, come sa uscire da un mare particolarmente agitato e pericoloso.
In Loonie tutto è sprezzo del pericolo, spavalderia, boriosità. 
Pikelet è un personaggio molto più complesso perché in lui vive una profonda dualità tra il ragazzo che sfida Loonie e vorrebbe essere come lui e lo segue nelle sue imprese spesso pericolose, dall'altro lato c'è un lato timido, dolce, studioso che viene mostrato attraverso l'amore per i libri, la biblioteca, la scuola.
Sando è ambiguo. C'è in lui qualcosa che non mi ha creato una sorta di disagio nel leggere di lui. Da un lato c'è il paternalismo con cui si accolla l'educazione al surf dei due ragazzini, come se si rispecchiasse in loro, dall'altro è come se li volesse sfidare, porli sempre davanti a nuove sfide per dimostrare loro che non potranno mai aspirare alla sua grandezza. Ha in se un chè di pericoloso, ben più di quanto possa sembrare.

Una vicenda tagliente ma per certi versi eccezionale.
Da leggere per scoprire un grande narratore contemporaneo che sa condensare un mondo in poche, straordinarie pagine.


Philippe Meyer - Ruggine americana

Che ansia e che tristezza mi hanno infuso queste pagine!!! Un bel romanzo, certo, una prosa senza sbavature, un grande narratore ma una vicenda difficile da digerire.

Il romanzo mette in scena un sogno americano andato in frantumi, "arrugginito", come recita il titolo. Un'opera dal sapore epico, dallo stile frammentato e caratterizzato dal passaggio repentino dalla terza alla prima persona singolare per entrare nella mente dei protagonisti; saltano tutti i canoni e i cliché del genere come salta anche la sintassi e la punteggiatura.
Di certo un libro per palati forti, dalle tematiche decise, sempre velato dalla tristezza per un presente dominato da una crisi che mette sul lastrico tutti, non solo gli adulti ma soprattutto i più giovani, che non hanno più un futuro che non sia fatto di precarietà e delinquenza. 
Questa fase storica è rappresentata dai due protagonisti che potrebbero essere teoricamente dei vincenti, dei self made men se non vivessero nel posto sbagliato. Per loro il sogno americano funziona alla rovescia e si rivolta contro loro stessi.
Isaac English è un ventenne gracile, piccolo, ma dall'acuta intelligenza, un piccolo genio con un alto quoziente intellettivo che però, invece di poter accedere ad una università prestigiosa ed aspirare ad una brillante carriera, si ritrova a dover accudire il padre ridotto su una sedia a rotelle dopo un incidente sul lavoro. 
Simile destino per Billy Poe, un gigante buono, non troppo intelligente, ma bravissimo nello sport, che invece di aspirare ad una carriera da giocatore professionista di football ha scelto il suo paesino sonnolento e quasi disabitato, senza più speranze, una vita vissuta in un trailer invece che una vera casa, un destino di delinquenza e prigione.
Proprio questi due ragazzi, amici così diversi tra loro, ma che in un altro scenario avrebbero potuto essere dei vincenti, sono i protagonisti di questo romanzo cupo, destinati a nulla di buono dopo l'incontro con alcuni vagabondi in una notte di pioggia. La fuga per Isaac e il carcere per Poe sono scritti nei loro geni, destinati alla rovina come la ruggine che si posa su ogni cosa nel pese dove vivono, una città industriale ormai in rovina e allo sbando come le persone che ci vivono. 

Un filino deprimente e non molto estiva come lettura, però Meyer è di certo un nuovo grande autore americano. 
Da conoscere.


Jojo Moyes - La ragazza che hai lasciato

Al secondo romanzo (tralasciando il divertissement "Luna di miele a Parigi", un racconto che introduce i personaggio di questo secondo romanzo) Jojo Moyes diventa per me un dolce piacere! Una di quelle autrici che regalano emozioni attraverso le loro pagine e di cui mi riprometto di leggere ogni parola che scriverà in futuro. 
Come nel caso del precedente romanzo "Io prima di te", inizio la lettura pensando di avere tra le mani uno sdolcinato romanzetto rosa da quattro soldi e invece mi ritrovo con un libro leggero, sì, ma che tratta grandi tematiche, nel primo caso era l'eutanasia, in questo l'occupazione tedesca in Francia durante la Prima Guerra Mondiale e la questione della restituzione delle opere d'arte trafugate durante la seconda guerra mondiale. Il tutto trattato con tale maestria e leggerezza da far divorare le pagine, far correre la mente ai protagonisti anche mentre il libro è chiuso ed emozionare fino alle lacrime.
Qui la storia ruota attorno a due protagoniste che vivono in epoche diverse. La prima è Sophie, giovane ragazza francese dei primi del '900, sposata con il pittore Edouard Lefevre, costretta a separarsi da lui a causa della guerra e a vivere in un paesino stretto dalla fame e dalle privazioni dell'occupazione tedesca. 
La seconda è  Liv, una donna del nostro tempo, vedova dell'architetto David Halston, che lotta contro il dolore per la perdita del marito e il desiderio di tornare a vivere la propria vita. 
Ciò che le lega è un dipinto di Edouard che ritrae Sophie in tutta la sfrontatezza della giovinezza e che è finito in modo fortuito nelle mani di Liv.
Le vite delle due protagoniste, seppur divise da un secolo, sono ovviamente destinate ad incrociarsi.

Il libro appassiona, emoziona, commuove.
Se proprio dobbiamo trovare un difetto si può senza ombra di dubbio dire che la prima parte, interamente dedicata a Sophie, è di sicuro la più bella e accurata, non solo per la presenza della protagonista che ha una forza vitale da rimanere impressa nella mente, ma soprattuto per l'accurata ricostruzione storica di un periodo un po' dimenticato. 
La parte dedicata a Liv è più lieve, ha più il sapore del classico chick-lit e la seconda protagonista tende ad impallidire e venir fagocitata ogni volta che Sophie fa la sua ricomparsa in scena.

Ad ogni modo è un gran bel romanzo nel caso si voglia riflettere attraverso una lettura ed uno stile leggeri.


Questi i libri del mese appena trascorso.
Buona estate e buone letture!

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