Sue Monk Kidd - La vita segreta delle api


"Vivevamo di miele. Ne inghiottivamo un cucchiaio la mattina per svegliarci e uno la sera per conciliare il sonno. Lo prendevamo a ogni pasto per calmare la mente, rinvigorirci e tenere lontane le malattie gravi. Ce lo spalmavamo sui tagli per disinfettarli e sulle labbra screpolate. Finiva nella vasca da bagno come emolliente, nel tè al lampone e nei biscotti. Niente sfuggiva al miele. […] August affermava che il miele era l'ambrosia degli dei e lo shampoo delle dee."

Titolo: La vita segreta delle api
Autore: Sue Monk Kidd
Editore: Oscar Mondadori
Dati: 2002, pag. 291
Prezzo: € 9,50
Traduttore: Paola Frezza Pavese

Trama:
Lily Owens è una ragazzina di quattordici anni che vive nel sud degli stati uniti con il padre T. Ray, un uomo rancoroso e violento, che non la ama e gode nell'umiliarla. Ella vive nel ricordo della madre morta dieci anni prima in modo violento e cercando le sue origini Lily scappa di casa insieme alla governante di colore, Rosaleen. Le due arriveranno a Tiburon, Carolina del Sud, nella casa rosa di tre sorelle che allevano api per venderne il miele, e in un ambiente totalmente femminile e afroamericano Lily, unica bianca, avrà una nuova visione della vita, della spiritualità e conoscerà non solo le sue origini ma anche il suo primo batticuore.

Impressioni:
Questo romanzo rimasto per tantissimo tempo nella mia lista dei desideri, e' stato in buona parte una delusione. Carino, leggero ma senza scossoni, senza che riuscisse ad entusiasmarmi, a farmi provare uno slancio di simpatia o antipatia per i personaggi... Niente... Calma piatta... È dire che avevo letto grandi cose su di esso! 
Per me la lettura si è trascinata per giorni arrivando con fatica alla fine, provando quasi un senso di fastidio per questo protrassi della narrazione, per il vuoto che ho sentito verso quelle pagine.
In se la storia è simpatica e anche originale. Una ragazzina maltrattata dal padre, arriva fortuitamente nella casa di tre sorelle apicoltrici che la accolgono e le insegnano non solo a fare il miele, ma le danno le basi per crescere sicura di se e con passione. 
Sullo sfondo si parla di tematiche molto importanti, come il difficile ruolo di genitore e l'integrazione razziale. Non c'è però un vero slancio emozionale, le cose mi sono parse descritte in modo un po' scontato, soprattuto nel caso della integrazione razziale e della lotta per i diritti civili. Le tre donne che accolgono Lily, la protagonista, sono nere, così come la governante che Lily porta con se nella sua fuga. Peccato che siano caratterizzate frettolosamente, senza spessore e che impallidiscano se messe a confronto con le governanti protagoniste dello strepitoso "The Help", da me definito il libro perfetto! La stessa Rosaleen è così piatta e a tratti sciocchina, malgrado la sua voglia di emancipazione e libertà, da farmi ricordare solo la Mamy di "Via col Vento", che di certo non mi sembra possa essere considerata un buon esempio di donna emancipata!
Anche le tre sorelle rimangono un po' incolori. Spicca soltanto il personaggio di August, la sorella che dirige e coordina tutte le altre, figura di rilievo e punto di riferimento di Lily. 
La protagonista finisce poi per essere quasi irritante. Ella fugge di casa con il proposito di scoprire le origini della madre morta in modo violento quando lei era piccola. Per Lily la madre è un sogno, quasi una madonna angelicata, da cui la piccola trae forza e motivo per vivere. Quando però arriva a casa dalle tre donne, ella rimanda in continuazione il momento in cui chiederà alle sorelle notizie sulla madre che dagli indizi che possiede sembra aver conosciuto quella casa e chi la abita. Questo eterno rimandare prolunga all'infinito il nocciolo della storia, la tira per le lunghe e prepara un disvelamento finale scontato e banale che arriva troppo tardi, quando ormai la noia ha soppiantato l'attesa di sapere la verità. 
Lily con i suoi piagnistei, le sue bugie assurde, l'ostinazione con cui nasconde il motivo della sua fuga, finisce per essere irritante e crea un deciso calo di attenzione.
È un peccato perché con la materia trattata e i personaggi a disposizione avrebbe potuto venir fuori un libro più coinvolgente e dal più alto spessore. Si sarebbero dovuti dosare meglio il sentimento, il melodramma, lo svelamento della verità.
Un'occasione buttata. 

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