Stephen King - L'ultimo cavaliere


<<Credi in una vita dopo la morte?>> gli domandò il pistolero, mentre Brown gli faceva cadere nel piatto tre pannocchie calde. 
Brown annuì. <<Penso che sia questa.>>




Titolo: L'ultimo Cavaliere
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Dati: 2003, pagine 223
Prezzo: € 13,00
Traduttore: T. Dobner






Trama

Roland, ultimo pistolero di una nobile casata di eroi, attraversa il deserto per raggiungere la sua meta, la Torre Nera. Sta inseguendo un inafferrabile Uomo Nero, l'unico capace di mostrargli come raggiungere la Torre. Durante il viaggio si fermerà in un villaggio di frontiera il cui destino è segnato e incontrerà un ragazzino, Jack, che sarà molto importante per il suo futuro.



Impressioni

Stephen King ha tante facce, le conosco bene da quando alcuni suoi romanzi sono stati al centro della mia tesi di laurea.
Molti lo definiscono semplicemente il maestro dell'orrore ma questa definizione non rende l'idea del suo grande genio. Egli può essere un maestro della suspence come un narratore di favole, è il caso di "Gli occhi del drago". Diciamo pure che é un "cantastorie" nel senso più antico del termine, un menestrello, che ammalia il lettore con la sua prosa fluida e minuziosamente descrittiva.
Nel caso de "L'ultimo Cavaliere" mi sono imbattuta in un'altra sua faccia, una sfaccettatura che ancora non avevo mai incontrato e che per certi versi mi ha lasciata spiazzata e allo stesso tempo mi ha ancora più affascinato.
La storia è quella di un mitico pistolero che viaggia solitario in un deserto sconfinato all'inseguimento di un misterioso Uomo Nero e alla ricerca di un'altrettanta misteriosa Torre Nera. Una storia ambientata in un mondo sospeso nel tempo e nello spazio, forse in un altro universo, forse un futuro lontanissimo e una Terra ormai desolata e morente. In questo mondo definito "Medio-Mondo" rimangono però echi del nostro, come è il caso di certe canzoni, ad esempio "Hey Jude" dei Beatles più volte citata, il blues "Careless Love" http://www.youtube.com/watch?v=IDyaEOd6t-w, o addirittura una canzone di "The Wiz", musical ispirato al "Mago di Oz" con niente meno che Michael Jackson nella parte dello spaventapasseri e Diana Ross in quella di Dorothy! http://www.youtube.com/watch?v=oGxBx8RzzrM 
Tutto è ammantato da un senso costante di misticismo, incertezza, mistero.
Anche la prosa è totalmente diversa dal King più conosciuto. E' spesso lenta, descrittiva, onirica. King ha infatti scritto questo romanzo agli inizi della sua carriera di scrittore, influenzato da opere come "Il Signore degli Anelli" e i film di Sergio Leone, come ammesso dall'autore nell'introduzione.
Non nascondo di aver faticato a seguire questo stile precoce. Il romanzo rimane sospeso, porta con sé un senso di inafferrabilità e spesso gira a vuoto su sé stesso. Credo comunque che non sia possibile dare su di esso un giudizio netto perchè necessita della lettura degli altri libri della serie per comprenderne appieno la portata e trovare la sua giusta collocazione.

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