Classiconi mon amour: "Shirley" di Charlotte Bronte

Charlotte è Charlotte, la mia scrittrice del cuore insieme alle sorelle e quindi vi consiglio il suo "Shirley" se anche voi amate i classiconi, i libri che rimangono per tanti giorni in vostra compagnia, quelle opere lente e dalle descrizioni così vivide e chiare della campagna inglese che sì, ti sembra di esserci stato veramente, anche se per 15 giorni (il tempo che ci ho messo a leggerlo) non mi sono mai spostata da casa.
Devo però ammettere che la magia che si trova tra le pagine di "Jane Eyre" offusca parzialmente la bellezza di questo romanzone e chi si aspetterà di trovarne una replica rimarrà deluso.

"In un calmo giorno che moriva in una sera cristallina, il mondo di fuori indossò le tinte del Polo Nord: le luci e i colori sembravano reflet di gemme bianche o viola o di pallido verde. Le colline apparivano di un blu lilla; rosso il tramonto pennellato di porpora scura, il cielo tutto azzurro argento, di ghiaccio. E quando sorsero le stelle, non erano d'oro ma di un bianco cristallino. Sfumature grigie o cerulee o di tenue smeraldo - fredde, pure, trasparenti - tingevano l'intero panorama."


Qualche cenno storico da maestrina dalla penna rossa:
"Shirley" è il terzo romanzo scritto da Charlotte dopo "Il professore" e Jane, ma il secondo pubblicato, nel 1849. All'epoca ebbe un enorme successo tanto che il nome della protagonista, fino a quel momento usato per i maschi, divenne un nome prettamente femminile.
"Shirley" è un romanzo sociale ambientato tra il 1811-1812 al tempo delle guerre napoleoniche e della crisi industriale ed economica, causata dal blocco dei commerci che Napoleone imponeva come arma contro la nemica Inghilterra. Roba pesante insomma... Charlotte aveva infatti intenzione di inserirsi nel solco già tracciato dalla sua amica Elisabeth Gaskell col suo "Nord e Sud", ma non andò fino in fondo al suo intento iniziale.
La stesura del romanzo venne infatti funestata dalle morti dei fratelli prima Branwell, Emily ed Anne e quando Charlotte riprese il romanzo al capitolo 24, "La valle dell'ombra della morte", il tono non è di certo quello di un picnic in campagna. Fortuna che poi l'autrice si fece forza e almeno non fece morire una delle sue eroine come si era prefissata!

"Shirley" in questo senso è un romanzo dalla doppia anima, in cui le tematiche sociali si intrecciano al romance e al trionfo dell'amore, con i protagonisti che finiscono per vivere felici e contenti forevaaa.
Se proprio un difetto dobbiamo trovarlo è che queste due anime non si amalgamano mai fino in fondo e  costringono il lettore a perdere di vista i protagonisti per lunghe parti dedicati ad altre tematiche o personaggi secondari.
Gli stessi protagonisti, soprattutto quelli maschili, non toccano la perfezione di un Mr Rochester, ma stiamo parlando del personaggio perfetto ed è ovvio che qualsiasi altro eroe impallidisca al cospetto del proprietario di Thornfield Hall! Questo è comunque un difettuccio trascurabile nel contesto di un'opera grandiosa e ben costruita.

Il lettore che si appresta a leggere l'opera deve essere consapevole che Charlotte richiede da lui pazienza e dedizione. La prima parte infatti è tutta dedicata a spiegare la situazione storica a cui ho già accennato e può apparire molto lenta al lettore moderno. La stessa protagonista che da il titolo al romanzo non appare che dopo circa 200 pp., e uno dei protagonisti maschili arriva addirittura più avanti, forse verso p. 450 o giù di lì...

"Shirley" è inoltre un romanzo che affonda le radici nella vita stessa di Charlotte, che in fondo scrive del mondo che vive ogni giorno: la vicenda di svolge nello Yorkshire, la stessa dove viveva l'autrice, e almeno per quanto riguarda l'inizio, molto peso hanno tre curati di campagna, che poi perderemo di vista nel corso del romanzo. Charlotte era ella stessa figlia di un reverendo, viveva in una canonica proprio come la sua Caroline, e avrà, sicuramente assistito a molte visite di curati e conosciuto le loro inclinazioni riportandole poi sulla pagina.


Scendendo più nel dettaglio della trama.
Se ci concentriamo solo sulla parte del romance "Shirley" racconta le vicende di due giovani dal carattere opposto, Caroline Helstone e Shirley Keeldare.
Caroline è la fanciulla più tradizionale e anche colei che conosciamo per prima. È bellissima ma povera in canna. Orfana, vive presso lo zio, un freddo e anaffettivo uomo di chiesa. E' timida, arrendevole e si strugge d'amore per un uomo, Robert Moore, che ha in mente solo le sorti della sua fabbrica in un momento economico molto difficile e così ella si tormenterà per buona parte del romanzo.
Shirley è invece l'eroina che noi tutti ci aspettiamo da un'autrice come Charlotte! È una ragazza frizzante, indipendente e a tratti quasi autoritaria, che non ha paura di dire ciò che pensa e anche in amore intende sposare solo un uomo che ama. È molto ricca e infatti è la proprietaria del terreno e della fabbrica di Robert Moore. In molti passaggi viene descritta come in possesso di qualità maschili, sia per il suo nome che per la posizione che ricopre. Il suo arrivo nella piccola comunità porta un brivido lungo la schiena dei personaggi e muove i cuori di molti che vorrebbero sposarla, forse più per interesse che per vero sentimento.
Nelle due eroine Charlotte volle imprimere i caratteri delle sorelle Emily e Anne per ricordarle dopo la morte, ella scrisse infatti che Shirley incarnerebbe Emily se avesse potuto crescere in una famiglia ricca, mentre Caroline riecheggia la dolcezza di Anne.

Il protagonista principale, quel Robert Moore, di cui Caroline è perdutamente innamorata (e tralascerò di parlare del fratello perché appare troppo avanti nel romanzo) non è un oggetto romantico. È il portatore della tematica sociale. Il padrone che vede la sua fabbrica e i suoi commerci andare male a causa della congiuntura economica e sociale che lo costringe a licenziare i suoi operai destinandoli ad un destino di privazioni. È un uomo d'affari pragmatico e lungimirante che crede nel progresso attraverso l'introduzione di nuove macchine seppure ciò sviluppi l'odio dei lavoratori già provati dalla crisi economica.
Ecco perché Robert non può essere il destinatario del romance, non può indulgere nei sentimenti e nel pensiero del matrimonio fino a che le cose non si saranno sistemate.

"Shirley" è un romanzo di più ampio respiro e più ambizioso rispetto a "Jane Eyre", seppur riuscito solo parzialmente ed è il romanzo del dolore:
Il dolore dell'autrice che perse i propri cari durante la stesura.
Il dolore dei lavoratori che non hanno lavoro né soldi per sfamarsi.
Il dolore di Robert Moore, padrone sull'orlo della bancarotta a causa della crisi economica.
Il dolore di Shirley che deve sottomettere la propria indole alle leggi del matrimonio.
Il dolore di Caroline che vede negato il suo sogno d'amore nei confronti di Robert.

Commenti

Anonimo ha detto…
Hai espresso esattamente i miei sentimenti verso questa opera dell'adorata Charlotte. E bellissima analisi dei personaggi! Adoro le tue recensioni, ho scoperto da poco il tuo canale ...sto facendo una scorpacciata di video ogni giorno xD E ti voglio un bene che non immagini perché...Le Bronte, I TAKE THAT, io prima di te ecc ecc sono così felice di averti trovata ;)

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