Aimee Bender - L'inconfondibile tristezza della torta al limone


E' proprio una buona lettura quella di un libro che ti sorprende ad ogni nuova pagina  e con punti di vista sempre diversi e continui cambi di prospettiva! 
E' quello che mi è successo con questo libro, il mio primo e-book, da tempo nella mia lista dei desideri soprattutto per via del titolo originale ed accattivante. Giudicando inizialmente solo il titolo ho creduto fosse una normale e tranquilla chick lit, uno di quei libri pubblicati spesso perché donne frustrate evadano per alcune ore dalla loro realtà; e proprio con questa prospettiva ho iniziato a leggerlo…ma ben presto mi sono dovuta ricredere! 

La storia inizia con la descrizione di una normale famiglia media californiana, una famiglia come apparentemente ce ne sono tante, padre, madre e due figli alle prese con i problemi di ogni giorno. La madre è un vulcano di idee e anela a trovarsi un  lavoro dopo aver fatto la casalinga e cresciuto i figli, il padre lavora troppo e quando torna a casa assume un ruolo passivo davanti alla tv senza rapportarsi mai davvero con i propri ragazzi. Rose e Joseph, i due figli, sono alle prese con i loro problemi di ragazzi, la scuola, i voti, gli amici, le prime cotte, le domande sul futuro e sul diventare grandi. Il nostro punto di vista è quello della piccola Rose, che quando inizia il racconto ha nove anni. 
Ma subito dopo, click! Un avvenimento sorprendente ci mette in guardia, ci dice che questo libro non è così scontato: la ragazza scopre di avere il dono di sentire i sentimenti di chi ha cucinato il cibo che mangia, e quasi sempre questi sentimenti sono sgradevoli e traumatici per lei. Non solo: riesce a dire esattamente da dove provengono i diversi ingredienti e cosa provava chi li ha raccolti o confezionati. Questo dono le fa scoprire tante informazioni sulle persone che la circondano e viene a sapere in tal modo della crisi tra i genitori e del tradimento di sua madre.

Dopo aver scoperto lo strano potere di Rose ci si aspetterebbe che tutto il resto del libro fosse dedicato alle sue avventure, e invece click! Il punto di vista cambia ancora una volta e ci si concentra sulle dinamiche familiari, facendo un po' perdere di vista e a tratti quasi dimenticare l'elemento di realismo magico. L'autrice si concentra sulle vite dei due figli e sul loro continuo estraniarsi dal mondo sociale. E' in particolare Joseph, il fratello di Rose, ad essere il più chiuso nel suo guscio, lontano dal mondo, così asociale da avere un unico amico, George, e incapace di socializzare anche con i genitori. E' proprio Joseph il protagonista di un fatto molto spiacevole che click! dà  un'altra svolta al libro accompagnandoci al finale. Questo avvenimento porta la famiglia a rimettere in discussione i rapporti familiari e mette in nuova luce i genitori. Mentre la madre Lane si avvita su stessa, incapace di cambiare e di lasciare l'amante in nome dei suoi cari, bisognosa di un sostegno mentre all'inizio sembrava il perno della famiglia, scopriamo invece che il padre non è poi così passivo come appariva all'inizio, è più osservatore e più legato alle dinamiche familiari di quanto si sarebbe mai pensato. Ed è proprio grazie a lui che   Rose riesce a dare un senso al suo potere, riesce ad entrare nel mondo degli adulti e ad avviarsi verso il suo futuro di donna. 

C'è un senso di speranza nel finale grazie al ritorno del realismo magico, una speranza che sembrava essersi spenta e invece è più viva che mai e arde in Rose.

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