Ivano Mingotti - Nebbia


Per tutti coloro che sono incuriositi dai giovani scrittori emergenti, oggi desidero parlarvi dell'ultimo romanzo di uno scrittore italiano al suo quinto, interessante lavoro.
Oltre a leggere romanzi pubblicizzati e conosciuti, prendetevi ogni tanto il tempo per conoscere autori nuovi, che faticosamente tentano di farsi strada nel mondo dell'editoria. Avrete delle piccole e belle sorprese.

"Notte.
Notte buia, notte fredda.
Notte gelida.
Notte che ti entra nella pelle, che striscia sulle tue ossa.
Notte che ti accarezza il viso, che te lo stringe.
Notte che ti bacia le labbra con forza, che ti guarda negli occhi.
Notte che ti fissa in modo impudente.
Notte che ti mette in soggezione, in un angolo, nel baratro.
Notte.
Notte nebbiosa, come sempre, come al solito."

Ivano Mingotti è un giovane autore emergente originario di Desio e questo è il suo quinto romanzo, che segue cronologicamente l'opera distopica "Sotto un sole nero".
Una penna acuta, puntuale e precisa quella di Mingotti che, in questo suo "Nebbia", con poche pennellate ben assestate delinea un mondo claustrofobico e chiuso.

Tutto il romanzo si svolge nel paesino montano di Beaumont Village, un paese americano che in realtà potrebbe essere ovunque. Un "non luogo" dove i personaggi si muovono avvolti da una fittissima nebbia che non si dirada mai e che avvolge non soltanto i luoghi, ma che entra dentro le case, i negozi, gli animi stessi dei personaggi e anestetizza, induce all'oblio, alla dimenticanza dei sentimenti e delle persone che li circondano. 
È in questo luogo sospeso nel tempo e nello spazio che periodicamente la nebbia inghiotte qualcuno, stavolta è successo ad una nonna uscita a passeggiare col suo nipotino, ma la donna non è l'unica vittima della nebbia e la giovane Clythia, giornalista del quotidiano locale, scaverà dentro se stessa e il luogo che abita per capire cosa ci sia dietro le sparizioni e la nebbia perenne.

Le definizioni di genere non mi piacciono molto, chiudono un romanzo entro certi spazi, lo definiscono in un modo che spesso è limitante. Se però dovessi tentare di inscrivere "Nebbia" in un genere lo definirei un thriller soprannaturale, pur con tutte le limitazioni del caso.

Con pochi e semplici tratti Mingotti costruisce un universo sospeso, perso in questa nebbia dell'anima che non è solo un elemento dominante del paesaggio ma che diventa pagina dopo pagina un vero e proprio personaggio, anzi potrei quasi definirla il vero e unico protagonista dell'intera vicenda. Tutti gli altri protagonisti, partendo dalla protagonista Clythia, passando per il suo fidanzato Luc, il suo collega Jerome e tutta la cittadina, sono spesso solo dei fantasmi, delle apparizioni che fungono da vittime della nebbia stessa, che avvolge non solo gli ambienti ma anche le loro menti, le loro azioni, spingendoli all'apatia, all'inazione, all'oblio. Nessuno in paese si spinge più in la dell'unica via che lo taglia, nessuno cerca davvero coloro che scompaiono nel nulla. Agli abitanti di Beaumont basta la consapevolezza di sapere che è così perché è sempre successo e la nebbia spesso chiede il suo tributo in vite umane, nessuno si ribella a questo stato di cose. L'unica che tenta di uscire da questa nebbia dell'animo è Clythia, che facendosi quasi violenza, strisciando fuori dalla sua casa e dal divano che la inghiotte decide di saperne di più, su di se e il suo paesino e ovviamente quello che scoprirà non sarà piacevole…

La stile scarno, dalla frasi semplici e smozzicate, le descrizioni ridotte all'osso, convergono volutamente a creare quella sensazione di asfissia, voluta e cercata minuziosamente. Nessuna parola è lasciata al caso, le frequenti ripetizioni di frasi e parole hanno la funzione di creare quell'ambiente circoscritto, chiuso in se, di intontire il lettore e di avvolgerlo nella nebbia del titolo.

Mingotti è bravo a tratteggiare persaggi e ambienti, a creare questo universo chiuso in se e circoscritto, claustrofobico, soffocante. Si ha la sensazione che la nebbia avvolga non solo i personaggi ma anche il lettore, che gli tolga il fiato, che strisci nella mente.
Egli è di certo un autore interessante e da tenere d'occhio.



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