Quando la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo: considerazioni su "Tess dei D'Urberville" di Thomas Hardy

Dopo tanto tempo che mi ripromettevo di farlo, ho finalmente riletto "Tess dei D'Urberville", il capolavoro di Thomas Hardy.
Come per le sorelle Brontë, io con Hardy sfondo una porta aperta, perché il caro zio Thomas è il mio scrittore preferito subito dopo le già citate sorelle, quindi non potrò mai parlarvi male di un suo testo!

"Tess dei D'Urberville"è il suo capolavoro, quello in cui appare più chiaramente la sua poetica impregnata di pessimismo, che gli fa credere che l'intera esistenza umana sia un'eterna lotta tra la vita ideale e idilliaca che l'uomo sogna di avere e quella squallida e reale che invece è costretto a vivere.
Sugli uomini incombe un Fato crudele che annienta l'anelito alla felicità e alla speranza. Non c'è modo di sfuggirvi e l'esistenza è soltanto una deprimente landa di dolore.
Insomma, Hardy non ce la faceva proprio a "pensare positivo" come cantava Jovanotti diversi anni fa… ma forse è proprio questo a renderlo il grande autore che è...

Il suo posto nella storia della letteratura è però fondamentale perché egli può essere considerato l'anello di congiunzione tra periodo vittoriano e periodo modernista, più cupo e pessimista.
È uno scrittore tradizionalista, esistenzialista ed egocentrico, nel senso che attinge la propria materiale letteraria soltanto dalle sue esperienze di vita. Il tema costante delle sue riflessioni e di tutti i suoi romanzi è sempre il tema dell'amore e della disillusione amorosa; accompagnato da una puntuale e particolareggiata descrizione dell'ambiente campagnolo in un cui i suoi personaggi sono immersi: gli stessi luoghi del Dorset dove lo scrittore visse per quasi tutta la vita e che mitizzò trasformandoli nel mitico Wessex, antico nome della regione.

"Tess dei D'Urberville" apparve per la prima volta a puntata su una rivista nel 1891.
Il consiglio che vi do, nel caso ancora non lo abbiate letto, è quello avvicinarvici in un periodo molto felice della vostra esistenza, altrimenti rischierete di deprimervi insieme alla protagonista che per me rimarrà sempre "la regina delle sfighe"!
Eh, sì, perché la povera Tess sembra una calamita per le avversità e nella sua vita non si sarà mai spazio per una briciola di felicità. :(
Riassumendo brevemente la trama:
Tess Durbeyfield è la figlia di due genitori poveri e perdigiorno che invece di badare ai figli e alla casa passano le serate a spassarsela al pub, bevendo fino a perdere i sensi.
Un giorno un religioso, incontrando il padre di Tess per strada, gli rivela di aver scoperto in fortuito che la famiglia di Tess discende dall'antica famiglia dei D'Urberville, presente in Inghilterra dai tempi di Guglielmo il Conquistatore ma ormai decaduta, tanto che il cognome Durbeyfield ne è una degenerazione.
Questa scoperta per i due genitori perdigiorno costituisce una nuova speranza di arricchirsi senza lavorare, mentre in realtà è l'inizio della catastrofe.
Tess, la figlia maggiore, la più innocente e vergine creatura che io abbia mai incontrato in un romanzo, diviene la vittima sacrificale dei progetti familiari: scoperto che una ricca famiglia di una valle vicina si chiama proprio D'Urberville, viene mandata qui per rivendicare la parentela. In realtà la ricca famiglia è un ramo spurio della discendenza, borghesi arricchiti che hanno assunto il nome per darsi un tono, ma non hanno niente a che vedere con gli antichi D'Urberville.
Qui Tess incontra il suo primo carnefice nella figura del perfido Alec D'Urberville, che la fa sua con la forza solo per il gusto di possedere una fanciulla pura e innocente.
L'onta subita ricade su di lei come una colpa e né decreta il destino di infelicità e disgrazia completa.

Molti critici hanno definito il romanzo "una ballata popolare tradotta in prosa" perché la tematica del romanzo, ovvero la fanciulla sedotta e abbandonata è tipica del folklore popolare.
L'intero romanzo si potrebbe riassumere attraverso il titolo delle sette parti nelle quali è diviso, ovvero:
La fanciulla
Non più fanciulla
La ripresa
La conseguenza
La donna paga
Il convertito
Compimento


Ed ora riflettiamo un po' sui personaggi principali, tre.
Probabilmente parlandovene rivelerò qualcosa sulla trama del romanzo, quindi leggete solo nel caso conosciate già il romanzo o non temiate gli spoiler!

Tess: in poche parole, la purezza, la semplicità, la bellezza.
Ella è l'innocenza sporcata dalle brutture del mondo, violata dalle passioni carnali dell'uomo e resa vittima dalle convenzioni del tempo.

Parlando dei personaggi maschili devo ammettere che Hardy è l'unico autore che riesce a creare comprimari che mi fanno incazzare a bestia (e scusate il francesismo!!), un odio così viscerale che mi viene voglia di prenderli a mazzate violentemente! Così era stato per il sergente Troy di "Via dalla pazza folla"(che vi consiglio!!) e così è successo anche stavolta.

Passi per Alec D'Urberville che è il cattivo più classico: un signorotto di campagna che si avvale della sua posizione sociale per irretire giovani donne, non ha coscienza e non si pente mai veramente delle proprie azioni.

Le mie antipatie si concentrano invece tutte su quello che dovrebbe essere l'eroe romantico del romanzo: Angel Clare, l'uomo di cui Tess si innamora perdutamente, di un amore totalizzante e puro e lui invece di comprenderla, sostenerla, darle un futuro migliore rispetto alle esperienze passate, la abbandona spudoratamente e quasi senza rimpianti perché a suo avviso si è macchiata di una colpa gravissima, colpa che lui stesso ha commesso, ma se per lui non vale, per Tess significa il totale disastro! I nervi!!!
Angel è un acerbo e immaturo figlio di papà. Figlio di un reverendo, non sa che direzione dare alla propria vita. Mamma e papà lo hanno sempre coccolato e ora che deve scegliere che professione intraprendere, ma non volendo seguire la carriera ecclesiastica come i fratelli, sceglie di andare di fattoria in fattoria per imparare il mestiere di fattore. Ed è proprio così che incontra Tess e pensa di essersi innamorato di lei. In realtà il suo sentimento è più un infatuazione, un innamorarsi dell'idea stessa dell'amore; egli idealizza Tess quasi fosse una dea e quando lei gli rivela i suoi trascorsi molto terreni si allontana perché "non era quella che lui credeva"!
Angel è il più tradizionalista e conformista degli eroi, colui che vorrebbe essere indipendente e moderno, ed è invece il più legato alle credenze popolari. Professa la sua antipatia per le casate nobiliari antiche ma quando poi Tess gli rivela la sua discendenza nobile, si crogiola nel nome dei D'Urberville, gli piace pensare che la contadinella che ama sia di più di una semplice lattaia, così da poterla presentare ai genitori senza vergognarsene troppo.
Alcuni lettori lo definiscono un eroe romantico, io l'ho trovato solo un acerbo ragazzino ingiusto verso la protagonista e fautore della sua disgrazia.

Se proprio devo muovere una critica è verso la passività di Tess che si lascia trascinare dagli eventi senza predere mai posizione. In fondo non è lei che si è macchiata di una colpa, è vittima di Alec, ma accetta su di se un destino di infelicita perché schiacciata dalle convenzioni del tempo.
L'avrei voluta prendere per le spalle e scuotere dicendole di farsi valere, perché non dovrebbe essere lei a dover soffrire ma quei bastardi di uomini che si è malauguratamente trovata ad incrociare sul suo cammino!

Ultimissima nota sull'ambiente che come sempre in Hardy rispecchia lo stato d'animo e il percorso interiore dei personaggi:
Qui infatti una vallata rigogliosa immersa nella luce estiva fa da sfondo all'incontro e all'innamoramento tra Tess e Angel, mentre un altopiano desolato e innevato è il teatro dell'abbandono della protagonista.

I romanzi di Hardy sono letture di altri tempi.
Romanzi che costringono il lettore a guardarsi dentro e a vivere in un tempo quasi mitico fuori dal tempo e dalla spazio, regolato dai ritmi delle stagioni e della campagna.
Vi sentirete il cuore straziato dalla vicenda di Tess, soffrirete con lei, ma appena chiuso il romanzo vorrete leggere altro di questo strepitoso autore!

Commenti

Geppiness ha detto…
Angel Clare,l'odio in persona!
Il re delle sfighe,aka Giuda l'oscuro,invece lo hai letto? Ne conservo una copia con testo a fronte. Fu il mio primo tentativo di lettura in lingua. All'epoca lo amai molto,anche se mi devastó. Anche lì ce ne sono di personaggi che vorresti prendere a randellate!
Con questo post mi hai invogliato a riprendere Hardy in mano ma non è il momento adatto per me. Quanti ricordi però!
Impeccabile analisi,come sempre!
Unknown ha detto…
Jude lo lessi all'università e fu amore!!! Lo ricordo vagamente ma quel libro e i suo autore mi conquistarono! Infatti è un libro che prima o poi vorrei rileggere!

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