Armadale, il mio "primo" Wilkie Collins

Ancora non so decidermi se, iniziare a conoscere Wilkie Collins partendo da questo "Armadale", anziché dai suoi più famosi "La donna in bianco" o "La pietra di luna", sia stata una scelta assennata o avventata.
Ero preparata ad affrontare un mattone lungo e complesso, ma devo ammettere che questo libro è stato un vero osso duro, e ancora ad oggi i sentimenti che provo nei suoi confronti sono abbastanza contrastati. Ci sono state parti in cui le pagine "volavano via", altre in cui ho faticato tantissimo a proseguire.
Forse la colpa è soltanto mia per averlo letto in un momento sbagliato; nonostante tutto mi sento di consigliarlo solo a coloro che amano (ma tanto tanto) i classici, che già conoscono Collins e il suo modo di scrivere.

Tutti sapranno che il caro Wilkie  è un autore inglese dell'Ottocento, conosciuto soprattutto per la sua profonda amicizia con Charles Dickens, di cui fu anche collega e collaboratore.
Nel caso di Armadale, il romanzo fu pubblicato per la prima volta a puntante sul Cornell Magazine e la sua pubblicazione durò per quasi due (!!!) anni, dal 1864 al 1866.

Tentare di riassumerne il plot è pressoché impossibile tanti sono i colpi di scena, le avventure, i personaggi inventati da Collins.
L'Armadale del titolo non è nemmeno soltanto un personaggio, piuttosto un nome, che si tramanda in due famiglie di padre in figlio per due generazioni e i personaggi, che portano lo stesso nome, sono destinati ad intrecciare passioni e vicende.
Il romanzo si apre con un uomo, il primo Allan Armadale, che, sul letto di morte, confessa una grave colpa, destinata a ricadere sul proprio figlio, che in quel momento è un bambino di pochi mesi che gioca accanto a lui. Questo bambino, cresciuto e acquisito lo strano nome di Ozias Midwinter, intreccia una profonda amicizia con il secondo Allan Armadale e da qui partiranno tutte le loro avventure. Ciò che lega i due uomini, oltre al nome, è il personaggio femminile chiave dell'intero romanzo: Lydia Gwiltfemme fatale, motivo di scontri e incredibili avventure.
Oltre a questi personaggi principali si trovano nelle pagine di Collins un'infinita serie di personaggi secondari: dal reverendo che fa da padre al secondo Armadale, agli avvocati che consigliano i due amici, fino all'amministratore della tenuta di Allan Armadale e a Miss Millroy, la ragazza di cui Armadale è innamorato.

Per apprezzare a fondo il romanzo è necessario sospendere la propria credulità ed inserirlo nel contesto nel quale è nato: le riviste letterarie e i racconti pubblicati a puntate, perché il libro è un continuo susseguirsi di avventure al limite del credibile, incontri fortuiti, colpi di scena, climax, voltafaccia, riconoscimenti. È un vero feiuletton e Collins è sempre perennemente sopra le righe.

Sentendomi ancora tanto combattuta nel parlarvene nonostante lo abbia chiuso da diversi giorni, mi limiterò a dirvi cosa mi è piaciuto e cosa meno.

Mi ha affascinato la sua ambientazione così ricca.
Ogni pagina è un continuo cambio e colpo di scena. Il romanzo si apre in una pittoresca località turistica  in Svizzera, si passa poi ad uno sperduto paesino dove Midwinter incontra Armadale, poi per un lungo tratto le vicende si spostano nella tenuta di Armadale, ma ci sono anche interi capitoli ambientati a Londra e perfino in Italia. Tanti cambiamenti di scena e ambienti che non permettono mai di stancarsi.

E poi come non rimanere affascinati dal personaggio chiave di Lydia Gwilt, l'antagonista, la femme fatale! Un personaggio tanto negativo, fin dal suo stesso nome (Gwilt = guilt = colpa), al tempo della pubblicazione del romanzo deve essere stato scandaloso e molto criticato.
Collins crea una dark lady indifendibile che si macchia di gravissime colpe e apparentemente non si redime mai. La sua caratteristica principale è l'essere dotata di un fascino tale da far cadere al propri piedi tutti gli uomini che incontra, dal più giovane al più anziano. Un suo frusciare di gonne, un gesto della mano, un'occhiata e gli uomini restano ammaliati e fanno ogni cosa per lei.
Bè, devo dire che ho molto invidiato questo suo tratto distintivo. Quale donna non vorrebbe un intero stuolo di uomini adoranti ai propri piedi ad un solo schiocco di dita!

Veniamo ora alle note dolenti:
La lentezza di certi passaggi.
Collins si sofferma su ogni più piccolo dettaglio e racconta per pagine e pagine quello che si sarebbe potuto concentrare in un paragrafo. Una gita al lago dura oltre 50 interminabili pagine, le riflessioni di un personaggio anche di più. Per un lettore moderno questo stile è a tratti molto sfiancante.

La bidimensionali  di quasi tutti i personaggi con l'unica esclusione di Lydia Gwilt, sempre lei!
Allan Armadale è un giovanotto inesperto, credulone, facilone, un uomo di campagna che non mostra mai una grande intelligenza.
Ozias Midwinter è solo un po' più intelligente ma è troppo preda della sua superstizione e come un rammollito cade facilmente preda della femme fatale e da lì in poi si mostra anche più stupido dell'amico Allan.
Non parliamo poi della giovane Miss Millroy di cui è innamorato Allan che è sciocca e vuota in modo imbarazzante o del vecchio amministratore delle tenuta di Allan, che innamoratosi di Lydia Gwilt, è pronto a buttarsi nel fuoco per lei nonostante gli acciacchi e l'età.

"Armadale" è un romanzo di alti e bassi. Pagine che si leggono velocissime perché si vuole sapere cosa succederà si intersecano con passaggi molto molto lunghi in cui sembra non succedere niente e non si vede mai la fine.
Solo per amanti sperticati di Collins.

Commenti

diecirighe ha detto…
anche io ho letto Armadale quest'anno in occasione della Tome Topple Readathon. la sinossi mi aveva letteralmente conquistato e se non fosse per il finale, devo dire che per me si è rivelato esattamente all'altezza delle aspettative. ho intenzione di recuperare qualcos'altro di lui, sicuramente la pietra di luna e la donna in bianco.
buone lettura :)

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