J.D.Ballard - Il condominio (1975)


Qual è la molla che ti fa scattare la curiosità verso un libro che avevi in wish list da anni e non ti eri mai decisa a leggere?? Il trailer dell'omonimo film! Ebbene sì, l'uscita imminente di un film tratto da un libro che vorrei leggere è solitamente un'attrazione irresistibile, devo leggere quel libro e devo leggerlo subito, ADESSO! Altrimenti non vedrò mai quel film!
Sono fatta così, soffro della sindrome della secchiona e se un libro mi interessa non vedrò mai la relativa pellicola senza prima averlo letto.

Stavolta il libro in questione è Il condominio, High Rise, titolo del 1975 di J.D. Ballard e il film omonimo, che inspiegabilmente non ha ancora una data italiana, ha per protagonista Tom Hiddlestone… cioè… Tom!! Ovvero Loki, ovvero Sir Thomas Sharpe! …insomma c'è abbastanza carne al fuoco da farmi precipitare in liberia ed iniziare a leggere il libro lì in negozio, mentre sto ancora pagando! Ed è stata un'inquietante immersione in un futuro tanto postmoderno quanto disturbante.

J.D. Ballard è stato un autore inglese molto prolifico che ci ha lasciato nel 2009, conosciuto soprattutto per i suoi tanti romanzi fantascientifici e distopici. E io come al solito sono un'ignorantona e non sapevo che proprio da suoi romanzi sono stati tratti i film L'impero del sole di Steven Spielberg e Crash di David Cronenberg.



Ne "Il condominio" si racconta la vita all'interno di un enorme complesso residenziale posto alla periferia di Londra. Ma il luogo dove sorge importa poco, il progetto iniziale prevede l'erezione di cinque grattacieli gemelli, posti lontano dal resto della città e costruiti in modo che possano essere ovunque, avulsi dal contesto sociale della città in cui si trovano. Il nostro grattacielo è costituito da quaranta piani e mille appartamenti, dove gli abitanti giorno dopo giorno vanno incontro ad una involuzione che li porta a diventare dei moderni uomini primitivi.
Il grattacielo, progettato dall'architetto Antony Royal, che vive al suo vertice in un lussuoso attico al 40esimo piano, è la quintessenza della modernità. Tutto è progettato in modo che i suoi abitanti non abbiano nemmeno la necessità di uscire da esso. Al 10mo piano si trovano infatti tutti i servizi essenziali: piscine, palestre, negozi, asili, che danno sostentamento e lavoro a molti degli abitanti. Allo stesso tempo esso è diviso rigidamente in tre ordini che corrispondono a tre classi sociali: ai piani inferiori il "popolo", la borghesia ai piani intermedi, i ricconi ai vertici.
Nonostante questa divisione, tutti gli abitanti svolgono lavori prestigiosi, troviamo infatti giornalisti, attori, presentatori televisivi, analisti finanziari, gioiellieri, architettati, ginecologi, dentisti, dottori.

L'autore espone le sue carte fin dalle prime parole che aprono il romanzo: uno dei protagonisti Robert Laing è intento a cuocere un cane sul balcone del suo appartamento su di un fuoco alimentato dalla carta strappata di elenchi telefonici.
Il lettore sa già quindi fin dall'inizio che non ci sarà un lieto fine e che tutto andrà sempre peggio nel condominio.

È Robert appunto il primo protagonista che incontriamo e che ci racconta come l'inizio della violenza e dell'involuzione dei condomini siano stati impercettibili e causate da fatti insignificanti come un black-out di pochi minuti.
Giorno dopo giorno gli abitanti iniziano la loro battaglia che appare inizialmente come una lotta di classe tra coloro che vivono ai piani inferiori per avere gli stessi diritti dei ricchi ai piani superiori. Più il tempo passa e più aumenta il degrado sia del luogo che degli uomini. I condomini, sempre meno propensi ad uscire dal complesso residenziale, godono nell'imbrattare e distruggere il luogo in cui vivono, si dividono in fazioni, clan rivali, mettono in atto dei veri e propri atti di violenza per il possesso di un ascensore, una rampa di scale, un appartamento, erigono barricate, e arrivano ad essere dei veri e propri cavernicoli moderni che ascoltano soltanto i loro bisogni primari.

Come un'onda indistinta di barbari anche i personaggi sono indistinti e si possono riconoscere soltanto tre personaggi principali dai profetici nomi, ognuno appartenente ad una classe sociale.
Alla base della piramide, nei piani inferiori vive Richard Wilder, un operatore televisivo, rappresentante dei "lavoratori". È un uomo possente e determinato, fautore principale della lotta di classe. Inizialmente vorrebbe girare un documentario sulla vita all'interno del condominio, il progetto si trasformerà poi nella sua scalata al condominio stesso, in una involuzione di piano in piano che lo renderà, come dice il suo stesso cognome, "il più selvaggio", un primitivo che combatte seminudo e che risponde solo ai suoi istinti primordiali.

Il suo contraltare è l'architetto Antony Royal, colui che fin dal nome è al vertice del sistema del condominio, l'inventore del complesso residenziale. Un uomo quasi avvolto da un'aurea mitica che sogna di dominare un nuovo ordine gerarchico e sociale in cui ovviamente siederà al vertice.

Tra i due opposti si pone l'uomo borghese, il dottor Robert Laing, il cui nome ha un'assonanza con il verbo "to lay", giacere che ne indica la passività e l'inazione. Robert è un dottore che non esercita la professione ma si limita ad insegnarla all'università. È questa inazione si riflette anche nella sua vita all'interno del condominio. Egli rimane passivamente alla finestra a guardare cosa succede; una scena simbolica che si ripete all'infinito perché egli sia simbolicamente che realmente guarda il mondo dal suo balcone. Non prende mai veramente parte alle violenza ma non vi si oppone nemmeno, le accetta passivamente e vi si adatta come si è adattato a tutto il resto.

Il libro mi ha lasciato addosso un tremendo senso di inquietudine, come se la sua lettura fosse stata un'allucinazione. Allo stesso tempo però mi ha assorbito completamente tra le sue pagine. Ho passato le giornate a leggere per sapere cosa sarebbe accaduto, leggendo nei momenti più improbabili, tipo mentre mescolavo la minestra o mentre avrei dovuto fare altro...quindi consigliatissimo proprio perché mi ha così intrattenuto. Adatto a chi ama le atmosfere postmoderne, distopiche, disturbanti.

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