Laura Toffanello, Mario Pistacchio - L'estate del cane bambino

Riuscite a ricordate com'erano le vostre estati quando eravate piccoli?
Se chiudo gli occhi e richiamo alla mente quei momenti, sento sulla pelle il sole che mi accarezza, ricordo i giochi con il mio vicino di casa, i lunghi momenti di siesta dei miei genitori in cui sbriciavo dalla finestra se in cortile qualche bambino era già uscito.
Nella mia mente sono momenti di pura spensieratezza e felicità...

Lo stesso sentimento lo proverete aprendo "L'estate del cane bambino" di Mario Pistacchio e Laura Toffanello. Almeno all'inizio. Perché questo piccolo libro racchiude non solo i ricordi belli ma anche quelli spietati e crudeli, come possono esserlo anche l'afa e la canicola estive.

Siamo negli anni '60 in un piccolissimo paesino del Veneto incastrato tra Chioggia e Sottomarina. Un paese dove tutti conoscono tutti e un tratto somatico, un difetto, un tic nervoso, determinano il soprannome che ci si porterà dietro per tutta la vita e perfino sulla tomba. Una provincia in cui possiamo riconoscere tutta l'Italia dell'epoca, un paese semplice, provinciale, piccolo, che sta tentando di uscire dalle atrocità della Seconda Guerra Mondiale, il cui ricordo è ancora vivo e palpitante attraverso i racconti dei nonni che l'hanno vissuta sulla loro pelle.
Sono gli anni '60 che conosco anche io attraverso i racconti dei miei genitori.

È estate nella provincia e un gruppo di ragazzini si incontrano ogni giorno per giocare a pallone, raccontarsi storie di paura, andare a vedere di nascosto la sorella più grande di uno di loro. Ragazzini normali, che sognano di diventare calciatori o astronauti. E tra loro, come un intruso, c'è il bambino più piccolo, il fratellino di uno di loro, quasi una palla al piede per tutti, perché è puerile, lento, non è bravo come loro a pallone. E quindi viene lasciato indietro, usato come capro espiatorio, la vittima degli scherzi crudeli dei più grandi.
Fino a che Narciso, così si chiama il più piccolo, scompare nel nulla, inghiottito dietro una vecchia casa abbandonata che per alcuni in paese porta male, e al suo posto compare un cagnolino che i bimbi, grazie alla loro fantasia, credono possa essere Narciso, trasformato così da un diavolo.

"L'estate del cane bambino" è un piccolo libro gioiello di narrativa che inizia descrivendo l'infanzia e la provincia in un modo che tutti coloro che sono stati bambini nella provincia italiana possono riconoscervisi.
Sono pagine che ricordano da vicino molto il modo in cui Stephen King sa parlare di preadolescenza.

Ma dopo la scomparsa di Narciso il tono cambia virando al nero.
Leggerete pagine crudeli con la consapevolezza di star leggendo della fine brutale dell'infanzia di quei bambini, saprete con certezza che non potranno mai più giocare sereni come hanno fatto finora.
Infine vi scontrerete con la crudeltà degli adulti, quegli adulti descritti da un soprannome, che sembrano aver dimenticato che una volta anche loro sono stati bambini.

"L'estate del cane bambino" parla di adolescenza, perdita dell'innocenza, coming of age, parla di come si infrangono i sogni dei bambini quando si diventa adulti e di come forse certi adulti bambini non lo siano mai stati. E lo fa in modo così delicato ed evocativo che vi ruberà un pezzetto del vostro cuore e si farà un piccolo spazio tra i libri che non potrete mai dimenticare.

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