Stephen Chbosky - Ragazzo da parete (The Perks of Being a Wallflower)

Eccomi qui stasera a recensire un romanzo che ho finito di leggere circa due settimane fa e che mi ha un pochino deluso: Ragazzo da parete di Stephen Chbosky.


Trama:
Un ragazzino di quindici anni inizia a scrivere delle lettere ad una persona che non conosce, ma che lui reputa degna di ricevere le sue confidenze, per raccontargli del suo primo anno alle superiori.
Egli per non farsi riconoscere dal destinatario delle sue lettere dice di usare dei nomi fittizi e si firma Charlie. Sta superando un momento molto difficile dopo il suicidio del suo migliore amico delle medie, Michael. Charlie si sente spesso solo e triste e ha profondi momenti di depressione. A scuola incontra un professore di letteratura che gli fa leggere romanzi extra scolastici per portarlo a riflettere sul suo stato di adolescente. Charlie fa anche amicizia con due fratelli che frequentano l'ultimo anno, Sam e Patrick, e grazie a loro entra in un gruppo di amici, frequenta le feste, conosce il sesso e le droghe.



Impressioni:

Le alternative sono: o io non ho afferrato quello che questo libro vuole trasmettere oppure non c'è proprio niente da capire!

Incuriosita dopo averne tanto sentito parlare, soprattutto in relazione al film uscito in questo periodo, ho infine deciso di leggerlo. Non avevo grandi aspettative a riguardo, così diciamo pure che non sono nemmeno rimasta del tutto delusa.
Quello che credo proprio non vada è soprattutto il fatto che non si riesca a provare empatia, neanche un briciolo di simpatia, per nessuno dei personaggi descritti, e ancora meno per il protagonista Charlie. Forse la causa è la forma epistolare scelta, le lettere ci danno sempre solo un punto di vista, quello di Charlie, appunto, e non ci permettono di vedere le vicende dalla parte di altri personaggi. 
Il ragazzo da parete del titolo italiano è proprio lui, che osserva tutto quanto gli accade intorno senza mai prendervi veramente parte, tutto gli scivola addosso e lui pare spesso in balia degli eventi. Spesso gli amici o presunti tali scelgono per lui e lui appare totalmente passivo...

<<Tu vedi delle cose. Non ne fai parola con nessuno. E riesci a capire le persone.>>


Charlie racconta del suo primo anno alle superiori in modo spesso frettoloso, senza mai approfondire veramente nessun avvenimento. Peccato perché ci sarebbero state tanti argomenti da sviluppare, dal momento che egli è un ragazzino molto introverso e per certi aspetti problematico. 
È prima di tutto un solitario che sta cercando di venire a patti con la morte di alcune persone che nella sua vita sono stati fondamentali, il suo migliore amico Michael e la sorella di sua madre, la zia Helen. Prova poi un profondo senso di smarrimento, di vuoto interiore e dice di frequentare uno psichiatra per questo. Tutto questo però è trattato in modo superficiale, come farebbe appunto un ragazzo di quindici anni, in questo tutto ha un senso, il problema è che non si riesce a provare sentimenti positivi verso di lui!
Allo stesso modo i suoi amici, le persone con cui passa il tempo, rimangono figure bidimensionali senza spessore. Un vero spreco di personaggi e approfondimento perché i suoi amici Sam e Patrick avrebbero potuto essere fonte di profonde riflessioni. Sam è la ragazza di cui Charlie è innamorato, non corrisposto. Egli non prova mai ad andare oltre con lei, il suo amore rimane sempre una cotta superficiale, almeno questo è quello che ho dedotto io dal suo comportamento. 

<<Charlie, ognuno di noi accetta l'amore che pensa di meritare.>>


Patrick invece è gay e soffre molto perché il suo compagno Brad non vuole rendere pubblica la loro relazione. Anche questa tematica però viene lasciate un po' al suo destino, non è approfondita.

Paragonando il libro ad altri dello stesso genere Young Adult che ho letto, penso in particolare a Cercando Alaska di John Green o Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron, fino ad arrivare a Norwegian Wood di Haruki Murakami, devo ammettere che questo è stato il più deludente e piatto. Nessuna vera introspezione, nessun modo per creare una sintonia tra il lettore e i personaggi dell'opera, solo tante tematiche abbandonate qua e là al loro destino, come le innumerevoli citazioni di libri, film, personaggi che paiono accumularsi solo per un mero gusto della citazione senza un vero preciso scopo.

Un'occasione buttata. A questo punto spero che almeno il film che ne è stato tratto sia più interessante! Io ormai da mamma a tempo pieno mi sono dimenticata cosa significhi andare al cinema… Ma in ogni caso se almeno la pellicola fosse riuscita sarebbe una delle rare volte in cui si potrebbe dire che il film supera il libro!

Per concludere inserisco il link a questa canzone dei The Smiths - Asleep che torna ossessivamente per tutto il romanzo e che Charlie ritiene molto importante, anzi fondamentale, per descrivere la sua vicenda.


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