Stephen King - L'ombra dello scorpione

Finalmente riesco a scrivere e pubblicare due righe su questo libro che mi sto portando dietro dall'inizio dell'anno! Incredibile...credo di non aver mai impiegato così tanto a portare a termine un romanzo!!!

Titolo: L'ombra dello scorpione
Autore: Stephen King
Casa Editrice: Tascabili Bompiani, XXVII Edizione dell'ottobre 2011.
Pagine: 929
Prezzo: € 13,90

Trama:
A causa di un incidente di laboratorio, un virus influenzale sfugge al controllo e  uccide gran parte della popolazione degli Stati Uniti. 
I pochi sopravvissuti tentano di riorganizzarsi divisi in due fazioni distinte e capeggiate da Mother Abigail, una mistica e religiosa ultracentenaria, e dall'emissario del male con poteri sovrannaturali Randall Flagg. 

Impressioni:
Letto nell'arco di quasi quattro mesi seguendo un gruppo di lettura, devo ammettere che inizialmente è stato il libro di King che tra tutti quelli che ho affrontato (e ne ho letti davvero tanti avendolo portato come argomento della mia tesi di laurea!) mi ha creato più difficoltà. 
Di solito King mi ammalia con le sue parole e le pagine volano via velocissime anche se si tratta di tomi corposi. 
In questo caso invece mi sono scontrata con uno dei suoi incubi più profondi e disturbanti e verso la metà ho faticato a trovare uno spunto per continuare, forse proprio a causa della verosimiglianza del libro con la realtà nella quale viviamo e per la consapevolezza che una cosa del genere potrebbe anche succedere! Come non essere consapevole che un qualsiasi virus prodotto in laboratorio potrebbe distruggerci quasi tutti come avviene nella prima parte del romanzo? 
La descrizione di quello che accade a causa del diffondersi del morbo è così realistica e cruda da causare troppo spesso un brivido lungo la schiena e ancora più verosimile sono le vicende che accadono ai pochi sopravvissuti, divisi nettamente tra buoni e cattivi, senza più punti di riferimento e disposti ad accettare anche la più cruda realtà - come nel caso della società messa in piedi dal maligno Randall Flagg - pur di continuare a vivere in un simulacro della loro vita passata.
Fortunatamente le cose sono poi andate meglio con il procedere della narrazione, quando King inizia a concentrarsi su personaggi specifici come Stu Redman, Frannie Goldsmith, Larry Underwood, per citare solo alcuni tra i numerosi protagonisti, ed inizia a parlare delle due società che si vanno formando.

Quello che colpisce è la complessità dell'opera, un romanzo che non è solo una bella storia ma una riflessione su come andrebbe avanti il mondo dopo che la sua popolazione fosse stata quasi completamente decimata. Uno scontro di forze tra bene e male per il dominio di questo nuovo mondo, un agitarsi di forze ultraterrene mentre gli uomini diventano piccoli piccoli e quasi soltanto semplici pedine in un gioco troppo grande perché lo possano capire davvero.

La stessa complessità riguarda anche i personaggi. Tralasciando quelli negativi che non hanno altre sfaccettature oltre al loro essere votati al male, senza possibilità di redenzione (ho trovato i loro capitoli anche parecchio noiosi), i personaggi più affascinati sono i cosiddetti buoni, perché buoni non lo sono mai davvero, sono persone agitate da dubbi, paure, rimorsi, che devono scegliere spesso e prendere decisioni impopolari o ricoprire ruoli che non avrebbero mai pensato di trovarsi a ricoprire. Prendo come esempio il personaggio di Larry Underwood, quello che mi ha colpito di più, quello che ho preferito. Credo sia il personaggio più complesso, inizialmente è un giovane irresponsabile, che ha raggiunto un successo fulmineo come cantante con una canzone che lui stesso odia. Si rifugia dalla madre perché lei lo ha sempre protetto e dopo che lei muore per l'influenza si avvicina ad una donna, Rita, e inizia con lei il viaggio per uscire da New York. Il suo istinto gli dice che ella è una donna fragile, da proteggere, ma egli non ci riesce perché è lui stesso troppo debole. Così Rita finisce per abusare dei suoi farmaci tranquillanti e muore. Lui la lascia senza nemmeno darle una sepoltura, quasi scappando da lei. Il successivo incontro con Nadine Cross (altro personaggio fondamentale del romanzo) e con un bambino disturbato che la donna chiama Joe, lo fa finalmente crescere. Larry sarebbe aperto ad amare Nadine, ma viene respinto; allo stesso tempo il doversi prendere cura del bambino, che lo ama e che lo corsidera una guida, lo fa maturare e lo rende pronto a diventare uno degli esponenti di spicco della nuova società che si sta raccogliendo attorno alla vecchia Mother Abigail, come primo avamposto di una nuova società libera e democratica.
Nadine invece sceglie un'altra strada, si stacca da Larry e abbraccia il suo istinto, quello che le dice di non poter essere una persona positiva ma di essere destinata a diventare la sposa del male, dell'uomo nero che a Las Vegas sta mettendo in piedi una società dittatoriale in cui coloro che sono contrari vengono uccisi nei modi peggiori. Una società del male e del vizio. 

Questo libro tocca parecchie corde sensibili, dalla morte delle persone care che ti circondano, alla crescita di una persona da fragile a eroe. E' ricco di passaggi veramente epici e alla fine della lettura si ha la sensazione di avere tra le mani uno dei capolavori di un maestro della narrativa come King.

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